I personaggi principali

Personaggi principali (quasi in ordine di apparizione)

Protagonista ed “eroe” della vicenda è il vicecommissario Bruno Settembrini, trentenne, fiorentino di nascita, in forza presso la Regia Questura di Firenze. Magro ed alto, si distingue non solo esteriormente dai colleghi: uomo tutto d’un pezzo e dai modi asciutti, integerrimo servitore della Legge, per queste sue caratteristiche, che lo fanno apparire spesso freddo e distaccato, in Questura ha il nomignolo de “il tedesco”. Chiamato alle armi all’inizio della Grande Guerra, durante la rotta di Caporetto (17 novembre 1917) fu ferito e quindi fatto prigioniero. È profondamente  segnato da questa esperienza, a cui si lega quella della perdita della figlia di tre anni, morta prima che egli tornasse dal campo di prigionia.  Il vicecommissario è sposato con Clara, con cui ha rapporto matrimoniale difficile. Clara è maestra elementare, molto religiosa e cocciuta e dal temperamento ondivago.

Ufficiale della Guardia RegiaTra i diversi funzionari della Regia Questura ne I Marmi hanno un ruolo di rilievo il vicequestore Piccioli, il capo della Squadra Mobile Genovese (personaggi realmente esistiti), gli agenti Masi e Scodellini e il brigadiere Ciriaco Zipolo: questi, appena trasferito a Firenze da Napoli, si sente molto spaesato e soffre per la distanza dalla sua amata città. Considerato inizialmente con diffidenza da Settembrini, una volta messo alla prova si rivelerà un investigatore alacre e diligente. Masi e Scodellini sono due giovani agenti della squadra mobile; sportivi, prestanti e decisi operano sempre insieme. Sono gli unici di cui Settembrini veramente si fidi. Il vicequestore Mario Piccioli è un esperto burocrate che antepone a tutto la ragion di Stato, l’ordine ed il proprio quieto vivere. Dispone di ottime relazioni con i personaggi più in vista della Firenze di allora, tra cui Giusto Giunti.Un fascista e la sua donna

Giusto Giunti è un ricco industriale (ha diverse concerie) e, soprattutto, il più famoso e violento ras di Firenze, un fascista della prim’ora, che però è su posizioni molto critiche rispetto Mussolini, giudicandolo poco radicale ed opponendosi allo scioglimento delle squadre fasciste. A Firenze è famoso anche per via delle sue numerose avventure extraconiugali, sebbene sia sposato con una delle donne più belle di tutta la città, Giuditta Pianigiani. Di ricca famiglia senese, la bellissima ed affascinante moglie del Giunti è una donna giovane, elegante, emancipata e molto sportiva – a metà tra una femme fatale ed una donna futurista. Anche D’Annunzio la ammira ed ha invano tentato di sedurla. Verso Settembrini ha un atteggiamento di superiorità e di sfida, oscillante tra la provocazione e la seduzione. Tra i diversi fascisti fiorentini spicca Duilio Fracassi, un avvocato ambizioso e fanfarone, che mira a fare carriera nel Partito Nazionale Fascista e nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. All’opposto di Giusto Giunti, che considera una scomoda testa calda, è favorevole allo scioglimento delle squadre fasciste ed alla creazione della Milizia di cui diverrà Seniore (colonnello).

Un necrofilo trafuga un cadavereIl primo personaggio su cui – giustamente – si appuntano i sospetti di Settembrini è il becchino Tito Sterra che svolge le sue mansioni nel maggiore cimitero fiorentino, quello di Trespiano. Non molto perspicace, lamentoso pavido ma, al tempo stesso, fissato con l’idea di far quattrini, diviene complice di Bajazzo Tocci che aiuta a trafugare cadaveri. Bajazzo Tocci lavora come portantino all’asilo mortuario del Romito. Ha forti tendenze necrofile e questa sua “passione”,  assieme alla sua avidità lo spingono a organizzare un lucrativo commercio di cadaveri. Suo committente è Alceo Còri, uno studente di medicina che viene ispirato dall’opera di Girolamo Segato a riprodurre il suo procedimento di pietrificazione ovvero di marmorizzazione dei cadaveri. Fine dle procedimento è ottenere una perfetta ed eterna conservazione dei corpi umani. Còri vive isolato e l’unica relazione affettiva è con la sorella Nena. Si è costruito un laboratorio in una casa colonica nelle immediate vicinanze di Vila Lorenzi dove egli abita col “padre adottivo” l’inglese Edgar William Matthews, un anziano archeologo e globetrotter. Ricco di famiglia, Matthews ha adottato Alcèo e la sorella Nena intorno al 1905 poco dopo essersi trasferito a Villa Lorenzi.

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